Le tracce invisibili delle rotte sul manto del mare sono mostrate con una corda in lino magenta che congiunge una riva con l’altra. Le rotte sono quelle dei poeti in esilio negli ultimi mille anni nel Mediterraneo. Per questa ragione ho scelto di non mostrare la direzione della rotta. Le stesse rotte infatti sono state percorse nelle due opposte direzioni. La prima è quella della vita di Ibn Hamdis, molte di esse si sono infinitamente ripetute per altre donne e uomini, compresi poeti, fino ad oggi. La prua ha diviso le acque così spesso che se queste rotte fossero state scavate nella terra la ferita avrebbe avuto la forma e la profondità di una valle. Ma il mare appiana l’acqua nel silenzio. I pezzetti di corda perpendicolari alle rotte, come suture, sono i molti nuovi punti che si aggiungono a ciascuna rotta ed  evidenziano le labbra di queste invisibili ferite che emergono, che si elevano sulla superficie.